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Colmare i fabbisogni di personale con competenze adeguate alle sfide e abbassare l’età media. Primi risultati del progetto di Anci e Regione Lombardia per innovare le modalità di selezione e di reclutamento nei comuni lombardi

Energie in Comune entra nel vivo. Il progetto, o meglio la parte di progetto dedicata a innovare le modalità di reclutamento del personale nella pubblica amministrazione individuando nuove, omogenee e più funzionali figure professionali e per modernizzare le modalità di selezione e di assunzione (l’altra parte progettuale si occupa di migliorare con formazione e laboratori la qualità dei Servizi sociali comunali), ha già ottenuto i primi importanti riscontri.

L’iniziativa di ANCI Lombardia e di Regione Lombardia, finanziata con risorse del Fondo sociale europeo, nel corso di un webinar svoltosi il 22 ottobre aperto dal Vice segretario dell’associazione Egidio Longoni, ha infatti restituito i risultati di un’indagine svolta sui 55 comuni pilota per capire lo stato di fatto del personale, i fabbisogni e per individuare quali siano i profili professionali ma soprattutto le competenze (il saper fare con il sapere di cui si dispone) più richieste e necessarie alle amministrazioni selezionate la scorsa estate in ogni provincia lombarda e rappresentative dei comuni lombardi.

Nel gruppo dei selezionati che ha risposto al questionario (36 su 55) figurano infatti 7 comuni sotto i 5 mila abitanti; 9 tra i 5 e i 10 mila, 10 comuni tra i 10 e i 25 mila, 5 tra i 25 e i 50 mila, 4 sopra i 50 mila, ovvero i quattro capoluoghi presenti: Bergamo, Cremona, Mantova e Monza.

Anzitutto ciò che emerge dalla restituzione predisposta da Pietro Melzi di KPMG, advisor del progetto, sono due dati che richiedono una netta inversione di tendenza, vale a dire la carenza di personale e la necessità di ringiovanire il personale dei comuni, la cui età media supera i 50 anni. Dall’indagine risulta un fabbisogno di più di 300 persone complessivamente tra i comuni campione.

I settori nei quali i comuni che hanno risposto chiedono rinforzi sono in prima battuta quello dell’organizzazione generale e dei servizi finanziari e contabili (il 37% delle risposte), la Polizia locale (21%), la pianificazione urbanistica e l’edilizia privata (17%). Seguono a notevole distanza l’edilizia scolastica e l’organizzazione dei servizi scolastici di competenza comunale (meno del 6%) e gli ambiti organizzativi dei diversi servizi pubblici la cui erogazione spetta agli uffici comunali (4,5%).

Raggruppati in termini di competenze quelle maggiormente richieste dagli Enti riguardano il settore dell’urbanistica, dell’ambiente, del digitale. Le competenze con lo scarto maggiore tra il livello effettivo ed atteso si registrano nella macro-categoria del project management, della programmazione comunitaria e del financial management e del marketing (territoriale e digitale).

Il cuore del progetto, ha sottolineato il professor Renato Ruffini, docente della Statale e consulente del progetto, non è solo annotare i fabbisogni ma promuovere una modalità di selezione e di scelta di figure che abbiano le caratteristiche di cui i comuni hanno oggi maggior bisogno, ovvero figure in possesso di attitudini che facilitino il rapporto con i cittadini, il problem solving, la capacità di esprimere una leadership orientata al risultato. Che possiedano insomma oltre alle competenze tecniche le soft skills, sempre più necessarie per affrontare le sfide che passano anche – e in certi casi soprattutto – dai comuni, a cominciare dall’attuazione del PNRR, il Piano nazionale di ripresa e resilienza finanziato con cospicue risorse messe a disposizione dall’Unione europea.

Nell’attesa del concorso test aggregato aperto a tutti i comuni lombardi che sarà bandito la prossima primavera grazie a una piattaforma digitale innovativa, i prossimi passi del progetto, ha spiegato Maurilio Segalini, già direttore risorse umane del Comune di Cremona e membro dello staff di ANCI, prevedono tre laboratori (il 28 ottobre e il 3 e l’11 novembre) nei quali grazie agli strumenti e alle metodologie messe a disposizione dai promotori, i comuni pilota suddivisi in due gruppi (sotto e sopra i 10mila abitanti) proseguiranno il lavoro di definizione dei profili di cui hanno bisogno e la loro omogeneizzazione, e di condivisione degli avanzamenti e della validazione dei profili individuati. L’appuntamento dell’11 novembre sarà in plenaria.

 

 

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